
Il Raboso Piave è un antico vitigno indigeno della zona del Piave. La sua presenza in quest’area è stata documentata già alla fine del ‘600 dall’Agostinetti, vissuto a Cimadolmo (TV), che infatti scriveva: “Qui nel nostro paese, che per lo più si fanno vini neri per Venetia e di uva nera che si chiama recandina, altri la chiamano rabosa per esser uva di natura forte …”.*
Solo alla fine dell’800 si ha la codificazione ufficiale del nome Raboso e la descrizione analitica nell’Ampelografia Generale della provincia di Treviso, dove viene nettamente distinto dal Raboso veronese.
Già allora questo vitigno veniva segnalato per la spiccata acidità che lo rendeva particolarmente longevo. Purtroppo però nella seconda metà del ‘900 il Raboso Piave è stato via via sostituito da altri vitigni con acidità più contenuta e più rispondenti ai gusti dei consumatori dell’epoca, principalmente i vitigni internazionali importati dalla Francia (merlot e cabernet).
Il Raboso Piave è una varietà a germogliamento precoce e a maturazione tardiva. Il grappolo è di grandezza media o grande, compatto, di forma cilindrico piramidale. L’acino è di media grandezza e di forma sferoidale, di colore molto scuro. La buccia è molto pruinosa, spessa, coriacea. La polpa ha sapore acido e astringente.
È un vitigno molto vigoroso, coltivato storicamente a Bellussi. La scelta di Giuseppe Cescon è stata di valorizzare questo vitigno puntando sulla qualità piuttosto che sulla quantità. È stato quindi scelto il guyot come forma di allevamento adatta allo scopo e una alta densità per ettaro (5.600 ceppi), in modo da tenerne sotto controllo la vigoria. In primavera viene inoltre effettuata un’attenta scelta dei germogli.
Nel mese di agosto viene infine fatto il diradamento e il raddrizzamento dei grappoli, operazione che richiede molto tempo ma che risulta fondamentale al fine di garantire una adeguata esposizione e conseguente buona maturazione.
Questo permette di ottenere un grappolo sano e perfettamente mauro, con una resa di corca 60/80 quintali per ettaro.
La vendemmia del Raboso Piave viene effettuata a fine ottobre e nel corso degli anni sono state sperimentate diverse tecniche di vinificazione. Questo vitigno è in grado di raggiungere alte vette di eccellenza grazie ad un sapiente uso del legno. Dopo diverse prove, Giuseppe ha optato per l’affinamento in barrique da 225 lt di rovere francese, che è risultato il più adatto rispetto al vino se ne vuole ottenere.
Si stanno inoltre sperimentando altre vinificazioni, una particolarmente interessante è quella de “Il nostro rosato”, che svolge la fermentazione in barrique. Vi terremo aggiornati su quello che sperimenteremo con la vendemmia 2022!
*da “I vini Rabosi, storia, cultura e tecniche produttive di antichi vitigni veneti”, di Severina Cancellier, Enzo Michelet e Giampiero Rorato, ed. Dario De Bastiani.