Vi siete mai chiesti quanti litri d’acqua si utilizzino per la produzione di un calice di vino?
Uno studio dell’Associazione Idrotecnica Italiana stima che per un calice di vino da 125 ml servano quasi 90 litri d’acqua!
L’ 80% di quest’acqua deriva dall’assorbimento direttamente in ambiente naturale da parte della pianta mentre il 20% è dovuto all’apporto da fonti esterne per le normali attività connesse all’attività agricola (irrigazione, trattamenti fitosanitari, ecc…)
Sostenibilità e il mondo del vino
E’ evidente che il concetto di sostenibilità nel mondo del vino è profondamente legato alla gestione di quel 20% di acqua di cui l’uomo può essere il diretto responsabile e ottimizzatore. Oryzetum vini, grazie all’adozione del principio di Agricoltura Rigenerativa, ha già raggiunto ottimi obiettivi sotto questo aspetto.
Ne è un esempio il fatto che tutti i terreni dell’azienda sono privi di impianti fissi di irrigazione per espresso volere dei titolari e ad oggi non sono mai state effettuate irrigazioni di soccorso nemmeno nella stagione 2022 caratterizzata da clima fortemente siccitoso.
I terreni su cui insiste la maggior parte dell’azienda grazie alla loro conformazione geologica sono caratterizzati da una falda freatica piuttosto alta. Questa caratteristica insita nel terreno, abbinata alle migliori tecniche agricole per ottimizzare la funzionalità degli apparati radicali delle viti come ad esempio l’arieggiamento del terreno, la paziente e curata operazione di messa a dimora delle barbatelle, la fertilizzazione a base organica fanno si che le radici delle piante, fin dai primissimi anni di vita, possano essere in grado autonomamente di approvvigionarsi della risorsa idrica necessaria per mantenere una produzione adeguata di uva.
Un’attività vitivinicola però, per definirsi a tutto tondo sostenibile, deve intervenire in primis a livello di sostenibilità ambientale, come già visto ad esempio per la gestione delle fonti idriche, e poi anche a livello economico e sociale seguendo il principio dei 3 pilastri della sostenibilità!
Per sostenibilità economica si intende la possibilità di utilizzare le risorse attuali traendone il giusto guadagno ma in modo responsabile facendo sì che esse rimangano inalterate a disposizione delle generazioni future.
Per sostenibilità sociale s’intende la responsabilità che un’azienda vitivinicola deve avere nel creare benefici non solo per sé stessa ma anche per tutto l’ambiente sociale in cui opera. In primo luogo l’azienda si focalizza sul rapporto con i dipendenti e successivamente a ricaduta su tutti i collaboratori, consulenti, fornitori di beni e servizi fino a giungere al territorio stesso in cui è ubicata, considerando l’intera comunità.
L’OTS del Ministero delle Politiche Agricole con l’approvazione della Norma di adesione, gestione e controllo per la Certificazione SQNPI 2023 ha reso obbligatori, per le aziende che operano anche nella fase di post raccolta, quei requisiti aggiuntivi che erano stati introdotti in modo facoltativo nel 2022.
Nella fattispecie le cantine, a partire dalla stagione produttiva 2023 dovranno iniziare a valutare il loro livello di sostenibilità ambientale, economica e sociale ponendosi degli obbiettivi triennali con l’impegno di revisionarli annualmente.
L’unico modo per valutare l’effettivo impatto della propria azienda sull’ambiente e sulla comunità, per capire dove e come si possono migliorare le scelte gestionali effettuate, è quello di mettersi a tavolino e analizzare passo a passo i requisiti della normativa. Ragionando concretamente sulle scelte alternative più sostenibili che offre il mercato ad esempio in materia di packaging o per quanto riguarda la gestione delle risorse energetiche si possono fare passi da gigante verso un concetto di cantina realmente sostenibile.
Nuovi requisiti e nuove opportunità
Il concetto di sostenibilità nella filiera vitivinicola è spesso frainteso e abusato. Giornalmente ci si può imbattere in esempi palesi di greenwashing (generalmente tradotto come ecologismo di facciata o ambientalismo di facciata). Fornire delle risposte concrete a questi nuovi requisiti dello standard certificativo SQNPI 2023 ci può dare invece un’opportunità in più per lavorare meglio e con obiettivi maggiormente definiti e precisi.
Le scelte di ORYZETUM in ambito di sostenibilità
Oryzetum vini aderisce al Sistema di Qualità Nazionale della Produzione Integrata ormai da 4 anni.
Giuseppe e Antonella avendo colto la reale essenza del concetto di sostenibilità si sono rivolti costantemente alla ricerca di soluzioni pratiche che dessero una risposta concreta e un valore reale al marchio di certificazione SQNPI!
Una cantina che voglia assolvere con coerenza ai nuovi requisiti della normativa SQNPI 2023 a carico della trasformazione, deve innanzitutto analizzare la tipologia di imballaggi utilizzati in tutte le fasi di gestione del prodotto. Ci si deve chiedere quale impatto essi possano avere sull’ambiente ed è necessario ricercare soluzioni alternative vantaggiose per l’ambiente stesso ma non solo.
Oryzetum vini a tal proposito ha scelto, ad esempio, di effettuare la tappatura delle bottiglie con tappo in vetro al posto di utilizzare il tappo classico in sughero per coniugare un’esigenza di tecnica enologica con il principio di sostenibilità ambientale.
Dopo un’accurata ricerca di mercato per individuare l’azienda produttrice che rispondesse maggiormente alle esigenze qualitative richieste da Oryzetum vini, la scelta è ricaduta su un’azienda che ha concretamente adottato sistemi produttivi per abbattere in modo sostanziale l’impatto ambientale del processo stesso, riducendo notevolmente l’emissione di CO2 rispetto ad altre realtà produttive del settore.
Un esempio pratico e importante di sostenibilità in filiera, lungo tutto la catena del valore.
L’azienda infatti si è dotata di un impianto di riciclaggio delle acque utilizzate nel processo produttivo con relativo enorme risparmio della risorsa idrica, utilizza per la maggior parte materie prime locali riducendo quindi i trasporti dall’estero su gomma, il vetro di scarto viene per il 99% riciclato all’interno del processo stesso, l’azienda ha abbattuto del 70% la spesa energetica utilizzando sistemi produttivi e macchinari ad alta efficienza. Inoltre l’azienda ha scelto di utilizzare imballaggi con altissime percentuali di costituenti riciclati, e i tappi stessi, comprese le guarnizioni, sono totalmente riciclabili nel ciclo del vetro o meglio ancora riutilizzabili su altre bottiglie.
Nello stesso tempo Oryzetum vini ha effettuato ulteriori ricerche di mercato per sostituire anche i materiali di uso comune quali lo scotch da imballo o i cartoni per il confezionamento e la spedizione delle bottiglie con soluzioni più green e a basso impatto ambientale.
L’obbligo normativo di creare un piano di miglioramento triennale con una revisione annuale degli obiettivi dà all’azienda l’opportunità di lavorare con realismo e pragmatismo sulle scelte fatte e da fare pensando con concretezza al presente ma anche al futuro che verrà!

Favorire la digitalizzazione dei processi sia durante la produzione che durante la vendita è un’altra scelta percorribile: Oryzetum vini si è dotato ad esempio di un sistema digitale di emissione dello scontrino fiscale nel punto vendita della cantina che evita la stampa in carta chimica del documento e utilizza il canale digitale.
Inoltre lo studio del ciclo di vita del prodotto aiuta notevolmente la cantina a fare economia di risorsa. Per risultare più economicamente sostenibili è necessario monitorare anche il consumo di tutte le fonti energetiche utilizzate in azienda per concludere il ciclo produttivo del bene, ponendosi l’obiettivo di ottimizzarne l’uso o di trovare un’alternativa più sostenibile.
In un’azienda vitivinicola scegliere tra tutte le fonti energetiche a disposizione quella maggiormente rinnovabile vuol dire rispondere concretamente al primo pilastro della sostenibilità ambientale.
Proprio in quest’ottica Oryzetum vini ha deciso di convertire nell’arco dell’anno 2023 il suo sistema di approvvigionamento di energia elettrica tramite l’installazione di un impianto fotovoltaico.
Si consideri inoltre che il ruolo sociale di una cantina situata in un’area altamente vitata quale la bassa pianura trevigiana è elevato. Le connessioni che si creano nell’ambito dei circuiti eno-gastronomici e turistici sono importanti e in forte aumento. Le cantine sono a pieno titolo soggetti attivi della fitta rete sociale del nostro territorio e questo comporta onori e oneri a loro carico. La collaborazione fattiva con la comunità di appartenenza, la scelta di fornitori di beni e servizi locali, il coinvolgimento della popolazione in attività promozionali, la collaborazione con le istituzioni scolastiche per ricerche in ambito scientifico o economico, sono tutte attività che concorrono a delineare gli aspetti che caratterizzano il concetto di terzo pilastro della sostenibilità: la sostenibilità sociale.

Oryzetum vini, da almeno un decennio collabora in ambito scientifico con enti di ricerca e istituti universitari, mettendo a disposizione terreni, mezzi agricoli ed esperienza. Nella grande sala degustazione della cantina inoltre vengono organizzate serata divulgative e degustazioni a tema con abbinamenti di cibi tipici e locali e tali attività vengono promosse tramite i canali digitali e i social media dell’azienda.
Oryzetum vini è una cantina che grazie, sia alla filosofia fondante dei titolari, sia agli impulsi dettati dal mercato e dalla normativa in materia di sostenibilità in campo agroalimentare, ha saputo precorrere i tempi e quotidianamente è alla ricerca di soluzioni per migliorare le proprie performance con l’intento di raggiungere in un futuro molto prossimo un livello di impatto zero sul territorio in cui è nata e cresciuta.