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Agricoltura rigenerativa

AGRICOLTURA RIGENERATIVA: un passo in avanti rispetto all’agricoltura conservativa!

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L’Unione Europea si è imposta di raggiungere lo status di impatto climatico zero entro il 2050. Il Consiglio sta attualmente lavorando anche a nuove norme volte a ridurre le emissioni dell’UE di almeno il 55% entro il 2030 con il cosiddetto pacchetto “Pronti per il 55%”.

Ciò significa che entro il 2050 l’UE ridurrà drasticamente le sue emissioni di gas a effetto serra e individuerà modalità per compensare le emissioni rimanenti e inevitabili. Il conseguimento di un saldo netto di emissioni pari a zero andrà a vantaggio delle persone e dell’ambiente e limiterà il riscaldamento globale.

Riscaldamento globale i cui effetti sono sempre più evidenti e impattanti con il passare degli anni. Sempre di più ci troviamo di fronte a fenomeni climatici più estremi, frequenti e devastanti.

Ne è un esempio il fatto che l’anno 2022, in regione Veneto, è stato caratterizzato dalla contemporanea persistenza e interazione di temperature superiori alla media dell’ultimo trentennio per buona parte dell’annata, con in particolare una fase molto calda nel periodo estivo e precipitazioni scarse nel corso di tutte le stagioni.

Più in dettaglio, per quanto riguarda gli apporti idrici, nei dodici mesi tra Ottobre 2021 e Settembre 2022, si stima siano caduti sul Veneto mediamente 769 mm di precipitazioni; la media del periodo 1992-2021 è stata di circa 1120 mm. Gli apporti del periodo sono molto inferiori alla media (-31%) e costituiscono il minimo assoluto dal 1992/1993. Mediamente sulla Regione Veneto per tale periodo si è osservato un deficit pluviometrico di circa 350 mm. (Fonte: ARPAV – Dipartimento Regionale Sicurezza del Territorio – U.O. Meteorologia e Climatologia, Teolo PD)

In che modo l’agricoltura potrebbe contribuire al raggiungimento della neutralità climatica?

Sono molti i fattori in ambito agricolo che incidono sul fenomeno di riscaldamento globale del clima, tra questi l’utilizzo in modo irresponsabile del suolo la fa da padrone.

In tutto il mondo, infatti, il degrado del suolo si sta diffondendo a causa di molteplici fattori di stress: cattive pratiche di coltivazione, uso irrazionale dell’acqua, abuso di diserbanti e fitofarmaci, disboscamenti scriteriati, ma anche incendi, siccità e precipitazioni intense riducono la capacità di assorbire carbonio, amplificando la crisi climatica e l’insicurezza alimentare. L’eccessivo sfruttamento del suolo impatta sul cambiamento climatico che, a sua volta, si ripercuote sulla salute del suolo stesso. Un suolo degradato è un suolo meno produttivo e meno capace di assorbire carbonio. In questo contesto si percepisce l’assoluta necessità di agire presto e bene, chiedendosi quale responsabilità abbia ogni singola Impresa Agricola nel processo di riscaldamento globale.

Oryzetum Vini, fin dalla sua nascita ha avuto una particolare attenzione per tutte quelle pratiche agricole rispettose dell’ambiente ma non solo, rispettose soprattutto dei singoli elementi che compongono il fragile ecosistema agricolo caratteristico della bassa pianura trevigiana, rappresentando un valido esempio di agricoltura rigenerativa in Veneto.

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La gestione ottimale del suolo è stata fin dal principio il chiodo fisso di Giuseppe, certo che qualcosa si potesse e dovesse fare. Trainato da una costante sete di conoscenza si è spinto anche fuori regione alla ricerca di soluzioni tecniche innovative per la risoluzione di tali problematiche, collaborando anche con centri di ricerca e facoltà universitarie.

Il verdetto finale è stato illuminante: conservare i suoli non è più sufficiente ma ci si deve inevitabilmente indirizzare verso la rigenerazione dei suoli ormai degradati dalle tecniche di agricoltura intensiva utilizzate nel recente passato.

Dal concetto di Agricoltura Conservativa al concetto di Agricoltura Rigenerativa

Grandi aziende multinazionali del settore alimentare stanno promuovendo, presso i propri conferitori di materie prime, progetti di agricoltura rigenerativa con obbiettivi anche molto ambiziosi: 50% della produzione entro il 2030 dovrà provenire da agricoltura di tipo rigenerativo (es. Nestlè)

L’Agricoltura Rigenerativa si prefigge di ristabilire gli originali micro-equilibri all’interno dell’agro-ecosistema   attraverso un approccio olistico, combinando le più evolute tecniche scientifiche con le metodiche più tradizionali recuperate da un lontano passato dove i ritmi frenetici dei nostri giorni erano del tutto estranei.

Rispetto dell’ambiente, dei tempi, dei luoghi; il concetto di rigenerazione è sicuramente una soluzione per aiutare l’agricoltura ad essere percepita come una risorsa nella lotta contro i cambiamenti climatici e non come un ingranaggio del processo di degradamento globale.

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Il processo di rigenerazione si base innanzitutto sul concetto di cattura e stoccaggio del carbonio, tecnica molto evoluta che viene utilizzata in campo energetico ma che più semplicemente noi conosciamo in ambito biologico con il termine di “Processo Fotosintetico”.

Più piante verdi sono presenti su un tal terreno e migliore risulterà la sua struttura e il suo bioma, migliore sarà l’equilibrio della microflora e fauna al suo interno, più efficiente sarà lo stoccaggio dei nutrienti, migliori saranno le produzioni agricole che ne deriveranno e superiore sarà la percentuale di anidride carbonica fissata nel terreno e quindi sottratta all’atmosfera.

Gli obiettivi dell’agricoltura rigenerativa

Se volessimo riassumere tutti gli obiettivi dell’agricoltura rigenerativa potremmo dire che si prefigge di:

  • combattere la destrutturazione dei suoli
  • combattere l’alterazione della biomassa microbica dei terreni (BIOMA)
  • favorire la fertilità dei suoli
  • utilizzare tecniche di cover-cropping
  • aumentare la biodiversità
  • ridurre e utilizzare in modo razionale i prodotti fitosanitari
  • ridurre lo spreco di acqua da fonti potabili
  • aumentare la salubrità e le qualità organolettiche delle produzioni coltivate

Oryzetum vini ha raggiunto già molti di questi obiettivi grazie al costante impegno negli anni della famiglia Cescon nel ricercare giornalmente il perfezionamento di tecniche e metodi. L’azienda abbraccia la filosofia Kaizen dove il concetto di rinnovamento è visto come costante, a piccoli passi, giornaliero, inclusivo, un concetto del miglioramento lento ma costante in sintonia con la natura e l’uomo che la vive.

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